domenica 26 aprile 2015

Il Cuntastorie


Il Cuntastorie

Il Cuntastorie Licatese Mel Vizzi, al secolo Carmelo Vizzi, opera da svariati anni come Poeta dialettale e Cuntastorie, in collaborazione di volta in volta con artisti e musicisti vari, locali e non, anche extra-regionali, presentando una poetica di ricerca delle origini, delle tradizioni, del senso popolare, privilegiando e valorizzando soprattutto il dialetto licatese, attraverso il quale ha raccontato cunti di vario genere, in primis quello dell'intera vita di Rosa Balistreri. Essendo egli anche artista figurativo, crea i cartelloni e le scene per i suoi cunti illustrandoli su tela di iuta e presentandoli alla maniera antica del cuntastorie, indicando gli episodi con una bacchetta. la declamazione e l'interpretazione dei testi sono un'altra sua prerogativa. Invitato a diversi incontri e raduni di poeti dialettali e canta/cuntastorie ha rappresentato degnamente Licata e la provincia di Agrigento in altre province della Sicilia, a stretto contatto con i pochi cunta/cantastorie operanti rimasti, come uno dei più giovani. L'amicizia e la collaborazione artistica col Maestro dell'Opera dei Pupi licatese Agostino Profeta, ha arricchito ancor più il bagaglio di cultura tradizionale di Mel Vizzi.
Da Settembre 2013 Il Cuntastorie Licatese Mel Vizzi ha dato vita alla "Compagnia del Cuntastorie", affiancato ora da Marco Angelo Zimmile (musicista polistrumentista e voce) e Cinzia Marotta (voce e recitazione) e in questa nuova veste ha già diverse rappresentazioni pubbliche all'attivo, riscuotendo, la Compagnia guidata da Mel Vizzi, un successo che ha già varcato i confini regionali.
Mel Vizzi intende così far interagire e sposare le diverse caratteristiche artistiche a vantaggio di un'arte purtroppo in via d'estinzione, quella del Cuntastorie, per farla rivivere attraverso uno slancio che parte da saggezza ed espressioni antiche e passa attraverso una curiosità moderna, l'intuito e la libera interpretazione dei vari artisti. Mel Vizzi con La Compagnia del Cuntastorie ha in cantiere la rivisitazione di molte sue opere, trattando egli già soggetti di ogni genere, partendo da storie e leggende millenarie di Sicilia (prediligendo Licata), passando per la biografia e le opere di autori nostrani di fama internazionale come Luigi Pirandello e Giovanni Verga, fino ad arrivare all'attualità dei giorni nostri.
Tratto dal sito http://www.culturasiciliana.it/Page/poesia/vizzi%20carmelo.htm

I PUPI SICILIANI


I PUPI SICILIANI
Pupi (dal latino pupus, i, che significa bambinello) sono le caratterische marionette armate di quel teatro epico popolare che, venuto probabilmente dalla Spagna di Don Chisciotte, operò a Napoli e a Roma, ma sopratutto, dalla prima metà dell’Ottocento, in Sicilia, dove avrebbe raggiunto il suo massimo sviluppo.
 
I pupi sono espressione “splendente” di quello spirito epico, eroico e cavalleresco, che dalla Chanson de geste medievale ai grandi poemi del Boiardo e dell’Ariosto, a tutta una tradizione letteraria, musicale, figurativa, e in particolare teatral popolare, segna lo sviluppo di un’educazione sentimentale e di una visione etica e poetica del mondo.

I pupi esprimono la volontà di continuare a battersi in quella che è stata definita “la più invisibile delle guerre invisibili” che, con i nostri ideali, sosteniamo dentro di noi più che fuori. Non a caso i pupi costituiscono un umile ma tenace segno di contraddizione e di resistenza rispetto alla logica della rassegnazione e del peggio, che è di tanta cultura e letteratura di “vinti”.
I pupi ci aiutano a capire il Gran Teatro del Mondo, dove si è fin dalla nascita “agiti”, giusta l’idea pirandelliana secondo la quale “siamo tutti pupi” (marionette, burattini, maschere, ombre), animati—stando alla Bhagavad Gita—dall’ onnipotente Spirito divino, che è nel cuore di tutti gli esseri e tutti agita al ritmo incalzante del tempo, col potere della meraviglia”.
Tratto dal sito http://www.lentinionline.it/sicilia/i_pupi_siciliani.htm

Il carretto siciliano




Il carretto siciliano

Il carretto siciliano (in siciliano carrettu) è un mezzo a trazione equina adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo, quando divenne obsoleto a causa della crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne. Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche, al giorno d'oggi è divenuto oggetto d'arte artigianale, nonché uno dei simboli dell'iconografia folcloristica siciliana.

Il folk è sapere del popolo!



Il folk è sapere del popolo!

Il termine folclore o folklore (dall'inglese folk, "popolo", e lore, "sapere") si riferisce all'insieme della cultura popolare, intesa come le forme di tradizione tramandata spesso oralmente e riguardante conoscenze, usi e costumi, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi e altre narrazioni, credenze popolari, musica, canto, danza eccetera, il tutto riferito a u...na determinata area geografica, a una determinata popolazione, ai ceti popolari in quanto subalterni, a più d'una o a tutte queste determinazioni.

Il folklore siciliano è suggestivo, fantastico e ricco. Pensiamo al carretto siciliano, ai paladini francesi, al “ciaramiddaru” che gonfia la zampogna durante le novene natalizie, al “marranzano” lo scacciapensieri con il suo strano suono, ai vivaci colori dei costumi tradizionali e ai canti, alle leggende, ai racconti e ai proverbi. Ma anche ai piatti tipici preparati in occasione degli eventi speciali religiosi, alle feste barocche dei santi protettori e a quelle profane dei paesi con balli, musica, fuochi artificiali e decorazioni luminose. Tra queste, e sono solo alcune, la Cravaccata di Geraci, il Festino dedicato a Santa Rosalia a Palermo, la festa dell’Annunziata a Trapani, la festa di Santa Lucia a Siracusa, la festa di Sant’Agata a Catania, la festa dei giudei a San Fratello e della Cordella a Petralia Sottana, il Carnevale di Acireale, il Ballo dei diavoli a Prizzi, la Festa di san Vito a Mascalucia.
Tratto dal sito http://www.culturasicilia.it/


Due simboli Il Marranzano e La Trinacria,in un unico pezzo !

Lo scacciapensieri (detto anche marranzanu in siciliano, malarruni in calabrese, Trunfa in sardo) è uno strumento musicale idiofono costruito da una struttura di metallo ripiegata su sé stessa a forma di ferro di cavallo in modo da creare uno spazio libero in mezzo al quale si trova una sottile lamella di metallo che da un lato è fissata alla struttura dello strumento e dall'altro lato è libera.

La triscele (anche triskele o triskell, conosciuta anche con il nome grecizzato di triskelion, in araldica triquetra, sebbene con significato più particolare, a volte erroneamente trinacria) è una raffigurazione di un essere con tre gambe (dal greco τρισκελής), più generalmente tre spirali intrecciate, o per estensione qualsiasi altro simbolo con tre protuberanze ed una triplice simmetria rotazionale. La figura dà il nome anche al simbolo. La storia dell'antica Triquetra è articolata e complessa e per alcuni versi ancora avvolta nel mistero poiché si ricollega alla mitologia. Secondo gli studiosi si tratta di un simbolo indoario.



COSTRUZIONE ARTIGIANALE SOUVENIR di GARBERINO COSIMO



La nostra ditta nasce quando Giuseppe Garberino esperto fabbro , nella sua piccola bottega ha realizzato con semplici attrezzi e materie prime i marranzani, strumenti musicali a fiato tipici siciliani che emanano un suono melodioso quasi fatato .
Cosimo figlio di Giuseppe, a soli 15 anni inizia a seguire le orme del padre, con dedizione e passione nella bottega familiare, raggiunge in breve tempo una elevata competenza professionale . Adotta la scelta di una lavorazione interamente manuale ed ogni strumento viene realizzato singolarmente. Il prodotto finito inoltre viene sottoposto a diverse prove tecniche in modo da garantire un suono particolare che solo il marranzano siciliano riesce a produrre.
                            
                                                        http://www.marranzano.eu